18 Ottobre 2024

Mediterraneo: “Le rocce e il mare / Coi gabbiani / Mediterraneo da vedere / Con le arance / Mediterraneo da mangiare / La montagna là / E la strada che piano vien giù”, cantava Mango nel 1992 raffigurando nel suo pop la bellezza bianca e azzurra di un mare tutto “da scoprire”. Noi, purtroppo, ci fermiamo spesso solo alle atmosfere balneari di un anonimo e chiassoso lido di coste irrimediabilmente saccheggiate da speculazione e cemento. 

Bisogna andare oltre gli stabilimenti della costa, abbandonare almeno per un giorno le trafficate strade della litoranea e imboccare le strade che salgono sui colli retrostanti. È qui, infatti, sui borghi ormai spopolati delle colline che si può cogliere il Mediterraneo “da vedere”, “da scoprire”, “da pregare”, “da soffrire”, di cui canta Mango. 

Uno di questi borghi è Amendolara, sulla costa della Calabria Ionica, tra il Capo Spulico e la piana di Sibari. Questa costa, un tempo fiorita di mandorleti, è proprio il Mediterraneo di cui parla Mango, di una bellezza intensa, aspra ma molto delicata, “tra i pini e il sole”, scandita dei greti delle fiumare che scendono dalle ultime propaggini del Pollino. Una bellezza aspra ed intensa che in primavera esplode nel contrasto tra il verde dei campi che si spinge fin quasi sulle spiagge e l’azzurro del mare. 

Sul litorale di Amendolara, la solitaria Torre Spaccata del XVI secolo, le cui pietre sono tutt’uno con la scogliera, ancora si erge a guardare l’azzurro intenso dello Ionio, come ai tempi delle incursioni saracene. 

Quando finalmente i turisti vanno via, è bello restare seduti tra queste antiche pietre a contemplare, tra i gridi acuti dei gabbiani, il golfo di Taranto, e “respirare tutta l’aria che puoi”, guardando “quella nuvola che va / e vola già nell’eternità”, l’eternità della storia che si respira nei vicoli del centro storico del paese appollaiato sul ciglio dei calanchi friabili, bianchi di notte alla luce lunare e da stormi di taccole che affollano il cielo al tramonto. Anche qui, purtroppo, quasi tutti sono partiti, “specialmente chi è rimasto”.

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