18 Ottobre 2024

Trascorrono la maggior parte della giornata in compagnia, impegnati in innumerevoli attività e mille progetti scolastici. Dei manager in erba, insomma!  Eppure sono tremendamente soli. È la fotografia dei bambini italiani, colpiti sempre più spesso da quella che gli esperti hanno battezzato la sindrome dei “soli anche in compagnia”: a soffrirne sono almeno il 7% dei bambini tra i 5 e i 15 anni.

Un’ incapacità di comunicare e stringere legami affettivi importanti, confermata anche dalla più triste, rappresentativa, vera delle risposte: Quando è stato chiesto loro “chi puo’ farti piu’ compagnia?”, la maggioranza ha indicato lo smart phone. Una dimostrazione del fatto che per i bambini, e i ragazzi, è sempre più difficile stabilire un contatto empatico con una persona vicina, tanto da preferire un tipo di comunicazione a distanza in cui la tecnologia rappresenta addirittura una sorta di protezione. 

Ma da dove nasce la solitudine dei piccoli? ”Le radici – sostengono gli esperti  – sono sempre nella famiglia e nel tipo di rapporto che hanno con i genitori. Un rapporto che oggi è sempre più basato sulle cose da far fare ai bambini piuttosto che sul contatto vero da instaurare con loro. E la solitudine, nasce anche da tale iperattività. Ma l’aspetto più rischioso del problema è dato dal fatto che i momenti di solitudine rappresentano anche una sorta di via di fuga. Si tratta cioè dell’unica occasione per loro di fare finalmente ciò che vogliono.

La solitudine dei bambini è l’effetto dello smarrimento del mondo adulto e come tale è una condizione inaccettabile, ancora di più lo è l’assenza di qualcuno che riempia quel vuoto con sorrisi, sguardi, parole, la propria presenza. L’adulto ha il dovere di agire sulla solitudine di chi solo non deve sentirsi. La vita dei bambini è soprattutto il loro presente e per noi adulti è giunto il momento di acquisire la consapevolezza che il bambino solo è tipicamente il figlio della contemporaneità. 

Aprire il sipario e che entrino in scena i bambini, contagiati dalla fiducia di chi è lì a guidarli nella vita. Ecco cosa noi adulti, se non fossimo così fragili e soli, dovremmo fare.

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