Le note della passione

Il tango è stato un mezzo di espressione della voce popolare argentina, in particolare dei quartieri più poveri di Buenos Aires, culla natale di Homero, rappresentando una sorta di terapia collettiva per le persone che vivevano in condizioni difficili, perché attraverso la danza e la musica potevano esprimere il proprio dolore e la propria malinconia, ma anche la propria passione e il proprio desiderio.

E’ difficile da descrivere, a parole, l’emozione che hanno suscitato queste note nel piccolo teatro Portacatena di Salerno, ma si potrebbe dire che è stato una forma di viaggio all’interno di sé. La musica e il ritmo sono stati in grado di catturare l’attenzione degli spettatori, traghettandoli in un’atmosfera unica, fatta di melodie appassionate e suoni coinvolgenti. E, le parole e i testi, spesso malinconiche ma profonde, di Manzi, si sono fuse con le partiture musicali, creando una perfetta sinergia tra testo e melodia.

Il progetto curato da Michela Chirico è stato capace di suscitare impulsi universali, che parlano al cuore in un’atmosfera unica, fatta di emozioni e sensazioni arricchite da un messaggio speciale apportata dalla Lis (Lingua dei segni italiana), attraverso un brano segnato, “perchè l’arte e la musica devono essere anche e, prima di tutto, inclusione e condivisione” ha affermato la regista.

Un lavoro realizzato in sinergia con arti e professionalità e che ha visto arrangiare i brani al pianoforte ed alle tastiere da Pierdomenico Di Benedetto e, sotto la sua direzione artistica Francesco Langone (chitarra e arrangiamenti), Gianfranco Di Miele (basso), Lucia Romaniello (canto), Annalisa Vegliante (voce narrante) e la stessa Michela Chirico alla danza su coordinamento di Rosaria Sinforosa.

fotografie di Gianpiero Scafuri e Vittoria Di Giacomo

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