18 Ottobre 2024

Bellezze nascoste: Palazzo Copeta

Palazzo Copeta, oggi chiamato palazzo Clarizia, costruito a Salerno nel Settecento, il secolo degli architetti stile rococò, con i suoi caratteristici stucchi e contrasti cromatici.

Passeggiando nel silenzio delle strade nascoste e meno trafficate della nostra città, in via Trotula de Ruggiero, si incontra l’antico e suggestivo Palazzo Copeta, oggi chiamato palazzo Clarizia, costruito a Salerno nel Settecento, il secolo degli di architetti che dovunque promuovevano lo stile rococò, con i suoi caratteristici stucchi, i contrasti cromatici, le preziose acrobazie estetiche che donavano una vita nascosta alle facciate dei palazzi signorili. 

Palazzo Copeta sorge nell’antico Plaium Montis, leggermente più in alto rispetto alla linea di costa.  In origine i monaci del vicino convento di S. Maria delle Grazie lo ebbero tra le loro proprietà. Qui visse gli ultimi bagliori della sua storia la Scuola Medica Salernitana, chiusa dal re Gioacchino Murat nel 1811, quando ormai alla sola Napoli spettava il privilegio del conferimento dei titoli accademici. Le ultime cattedre dello Studium Salerni, le ultime lezioni di medicina e diritto risuonarono sotto le volte del vicino Convitto Nazionale per altri cinquant’anni, mentre ancora si faceva uso degli ampi e ombrosi saloni di Palazzo Copeta, finchè nel 1861, con l’Unità d’Italia, si spense definitivamente ogni eco dell’antico sapere medico salernitano.

Palazzo Copeta mostra le tipiche linee architettoniche del Settecento napoletano; nei colori e nello stile vive l’eco delle celebrate ville vesuviane del Miglio d’Oro. Sulla strada si apre il grande portale, originale nel disegno. L’occhio che si spinge oltre i possenti battenti di legno si riempie subito di poetica nostalgia di un passato sognante e signorile: il cortile poligonale, nella geometria lineare delle sue lesene bianche su sfondo rosso con decorazioni in stucco, colpisce per la sua bellezza ma mostra evidente necessità di ristrutturazione. Lungo le scale, sui gradini consumati dal tempo, salendo in silenzio, ci si apre alla vista del panorama marmoreo che il Golfo chiude, per dirla con Alfonso Gatto e si slarga nell’animo tutto intero il Golfo salernitano dal Cilento alla divina Costiera. 

Tutta questa bellezza non può e non deve essere dimenticata tra i tesori privati.

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