19 Settembre 2024

Il cotone degli svizzeri

L’ex area produttiva di Fratte, è stato un insediamento industriale storico. Affonda le sue origini nella prima metà dell’ottocento. Rimasto attivo per buona parte del secolo scorso, radicandosi profondamente nel tessuto produttivo della città di #Salerno. Già verso la metà dell’ottocento, le industrie #tessili erano presenti in zona.

palazzina stile liberty

L’ex area produttiva di Fratte, è stato un insediamento industriale storico. Affonda le sue origini nella prima metà dell’ottocento. Rimasto attivo per buona parte del secolo scorso, radicandosi profondamente nel tessuto produttivo della città di #Salerno. Già verso la metà dell’ottocento, le industrie #tessili erano presenti in zona.

Grazie alla volontà di un imprenditore svizzero, Federico Alberto Wenner, si realizzò un polo industriale in prossimità del fiume Irno, le cui acque, riservate alle coltivazioni, divennero elemento essenziale per le lavorazioni tessili, indispensabili per far funzionare i telai. Avvantaggiandosi anche della presenza di coltivazioni di #cotone e di piccole realtà legate all’artigianato tessile. Questo sancì l’inizio della rivoluzione industriale salernitana.

Oggi, dopo decenni di inattività, l’area di Fratte, ha subìto una riqualificazione urbana, con la realizzazione de “Le Cotoniere”. Un nuovo centro commerciale multifunzione che prende il nome dall’ex complesso industriale Manifatture Cotoniere Meridionali. L’area circostante, è stata oggetto di un progetto di parco urbano attorno alla palazzina #liberty. Testimonianza non solo storica, ma anche architettonica dei vecchi opifici di Fratte. Sede, un tempo, degli uffici di direzione. Era previsto la costruzione di nuove infrastrutture, spazi verdi e piazze. Mentre all’interno della palazzina liberty, fu esposto di realizzare una sorta di centro culturale e museo dell’industria del Regno delle Due Sicilie, accompagnato da un archivio storico delle ex MCM.

L’inaugurazione era prevista per la primavera 2016, ma attualmente, la palazzina, risulta chiusa e con danni evidenti alle finestre, causato dall’inciviltà di vandali che non ne conoscono il valore e l’area circostante in totale abbandono. Al di là di tutte le ipotesi progettuali, resta una bella realtà architettonica, quella della palazzina, traccia del polo industriale e di una tangibilità che purtroppo non è più ma che potrebbe continuare a vivere se solo venisse recuperata e valorizzata.

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