16 Settembre 2024

Il ragno granchio con l’arte del mimetismo, si camuffa tra i fiori e, senza tessere tele, preda gli impollinatori. Non è cattivo o una minaccia, al contrario lo fa per salvaguardare la biodiversità.

I tomisidi, sono detti ragni granchio per la somiglianza con il crostaceo: sia fisica, in particolar modo per le zampe che ricordano le chele, e sia per la capacità di muoversi lateralmente.

Questi araneidi, che preferiscono abitare fiori predominanti in uno specifico ecosistema, si mimetizzano per sorprendere le loro prede catturandole con un vero e proprio agguato. Infatti, all’avvicinarsi dell’insetto, fanno uno scatto per afferrarlo con le zampe e poi lo paralizzano con un morso velenoso.

La loro alimentazione è ricca di impollinatori e dunque, conoscendo il ruolo fondamentale che quest’ultimi svolgono per la sopravvivenza dell’intero pianeta, potremmo pensare al pericolo a cui ci espongono questi ragni. In realtà, essi svolgono l’importante ruolo ecologico di mantenere l’equilibrio delle specie floreali, scoraggiando l’impollinazione di quelle più abbondanti; come evidenzia uno studio condotto dall’Università di Pisa, a cura di Stefano Benvenuti, e pubblicato nell’ottobre del 2022 sulla rivista “Ecological Indicators”.

Infatti, gli impollinatori, alcuni dei quali sono abitudinari nella scelta dei fiori da visitare, sono a conoscenza delle tecniche mimetiche e furbesche del ragno granchio e per questo limitano il soggiorno, e di conseguenza la relativa impollinazione, su quei fiori in cui sono in grado di identificare la possibile presenza del predatore. In questo modo, preferendo altre specie di piante, meno rischiose alla loro incolumità, favoriscono implicitamente la biodiversità e la conservazione degli ecosistemi.

Ancora una volta scopriamo come ogni organismo vivente sia fondamentale per l’equilibrio e la salvaguardia del pianeta.

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