8 Settembre 2024

Il castello di Monteverde

Il castello fu eretto dai longobardi proprio sul confine del loro territorio, contro le incursioni dei bizantini. La rocca fu distrutta da Roberto il Guiscardo.

Forse un po’ stanchi dei soliti percorsi, dei soliti circuiti ben conosciuti, da qualche tempo ci si reca a visitare anche posti meno conosciuti, magari un po’ fuori mano, ma non per questo privi di bellezza e di interesse. Uno di questi borghi remoti è Monteverde, che sorge sull’estremo lembo della Campania, e si affaccia sulla pianura pugliese. Non molto tempo fa, Monteverde ha ottenuto il riconoscimento di Uno dei borghi più belli d’Italia. Non è agevole né veloce arrivarci. Il suo castello, arroccato sulla cima del colle, a oltre 800 metri s.l.m., merita una visita. Tutto parla di Medioevo qui. Il castello fu eretto dai longobardi proprio sul confine del loro territorio, contro le incursioni dei bizantini. La rocca fu distrutta da Roberto il Guiscardo negli anni torbidi in cui i Normanni imposero il loro potere sui longobardi. E fu poi ricostruita e ingrandita, di secolo in secolo. Oggi il giallo bruno della pietra scabra e senza intonaco dei suoi torrioni innestati sulla roccia viva, contrasta in primavera con il verde del grano e si fonde d’estate con il giallo delle stoppie perse nei campi bruciati dal sole. Le folate di vento forte, nel quale si abbandonano falchi e poiane, accrescono la suggestione di questo isolato gigante d’Irpinia. L’ultimo attacco lo portò il brigante Crocco nel 1861, durante la guerra civile italiana che vide i meridionali armati di schioppo lottare, all’ultimo sangue, contro i bersaglieri ed i fanti piemontesi. Nel cortile una targa ricorda la recente visita al maniero di Sua Altezza il principe Ranieri di Monaco. Nelle sale interne un Museo multimediale, il MIGRA (Museo Interattivo del Grano e della donna nella civiltà contadina), ci racconta della coltivazione del grano e della condizione della donna Salire, tornante dopo tornante, su queste vette è un po’ avvolgere il nastro della storia e proiettarsi in mondo solitario e suggestivo dove dominano lo spazio vuoto, il grano, il vento ed il volo dei rapaci.

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