19 Settembre 2024

Aquilonia, una Pompei moderna

Il vecchio centro abitato fu presto abbandonato.Il paese fu ricostruito più lontano per volontà modernizzatrice del governo.

Nei racconti storici e mitologici, la distruzione è il destino di tante città. Il cataclisma che si abbatte inatteso e inesorabile su piccoli centri e su grandi imperi conferisce subito fascino a quello che resta di una vita, di una storia, di una vicenda di civiltà. Non importa se la città sia grande o piccola, illustre o meno per ricchezza e per storia. Le reliquie di quello che fu sono sempre al tempo stesso testimonianza storica e alimento per la fantasia. Nel nostro Sud sono tante le piccole città distrutte o abbandonate: la bellissima Craco, l’utopica Campomaggiore in Basilicata; Roscigno o Romagnano al Monte, San Severino Lucano in provincia di Salerno, per citarne solo alcune. In Alta Irpinia, non lontano dall’ansa dell’Ofanto che segna il confino tra Campania, Basilicata e Puglia, ci sono le rovine del borgo fantasma di Aquilonia, distrutto dal sisma del 23 luglio del 1930, uno dei più forti del secolo. All’una e trenta di notte una scossa poderosa e lunga rase al suolo il piccolo borgo, lasciando nella polvere sotto le macerie oltre trecento persone. Molti si salvarono perché nella calda notte estiva dormivano sulle aie a guardia del grano mietuto pronto per la trebbiatura. Il paese fu ricostruito più lontano per volontà modernizzatrice del governo fascista. Il vecchio centro abitato fu presto abbandonato. Qualche decennio fa un progetto di recupero, ha potuto salvare quel poco che ormai restava, mettendo in luce il tessuto viario del borgo antico, le quinte di palazzi e di dimore storiche. Oggi è possibile visitare questo “parco archeologico” moderno, immergersi con la fantasia nella vita di allora, vedere con il cinema della mente il trascorrere delle gente tra i vicoli, mentre si ascolta il soffio del vento che piega le reste del grano tutt’intorno e che zufola malinconico nelle pietre della chiesa seicentesca che ancora mostra frammenti del suo pavimento maiolicato. Anche queste pietre, mute testimoni del tempo, possono suggerirci nel loro immobile stare l’idea della persistenza e del divenire insieme di tutte le cose umane.

About Author