8 Settembre 2024

Sulle orme leggendarie della “Gerusalemme liberata”

L’opera avrebbe trovato il clima giusto per distendersi nel piccolo e sperduto borgo di Bisaccia.

Si narra che nel 1588 Torquato Tasso, il poeta pazzo, il nevrotico afflitto da paranoie e manie di persecuzione, sia venuto in Irpinia, nel piccolo e sperduto borgo di Bisaccia, ospite del suo amico Giovan Battista Manso, ricco e colto letterato napoletano, feudatario del posto. Qui, si credeva, i nervi tesi del cantore di Rinaldo e di Armida, di Tancredi e Clorinda, i personaggi del fantasy più in voga del suo tempo, la Gerusalemme liberata, avrebbero trovato il clima giusto per distendersi. L’animo avrebbe potuto far tacere i fantasmi ossessivi che l’agitavano. Bisaccia era la villeggiatura perfetta per uno smanioso. Non sappiamo se questa storia sia reale. La fantasia ci lascia immaginare il poeta seduto nel loggiato del castello o in scampagnate nei boschi, circondato da dame e musici, da paggi e letterati che guardavano con un misto di ammirazione e commiserazione questo genio creativo dallo sguardo perso e dalla mente vacillante. Merita una visita anche oggi il suggestivo castello con la possente torre normanno-sveva, il loggiato e il salone cinquecentesco.

Ai piedi del castello si dipana il reticolo delle stradine del centro, con le case quasi tutte disabitate. Qui c’è la bottega di una giovane, Jesa, che ha rimesso in funzione un antico telaio meccanico a mano, e con esso tesse a mano sciarpe, scialli e macramè, pezzi unici che vende al turista e al visitatore.  Chissà se anche Tasso quando se ne partì da Bisaccia, ai primi rigori dell’autunno, si riparò dal freddo pungente di quell’alba di congedo con una splendida calda sciarpa di stile bisaccese.

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