16 Settembre 2024

Il tabacco in epoca fascista

La lavorazione del tabacco è stato molto importante per la crescita dell’Italia dall’inizio del 900. La coltivazione del tabacco in Campania fu introdotta dopo il 1920, prima a Pontecagnano e Battipaglia, poi in tutta la piana del Sele.

La lavorazione del tabacco è stata molto importante per la crescita dell’Italia all’inizio del ‘900. L’attività della S.A.I.M, la Società Agricola Industriale Meridionale, ha ricoperto un ruolo significativo sia nel settore del tabacco sia nell’intero sviluppo agricolo e industriale dell’Italia Meridionale dell’epoca. In seguito alla bonifica avvenuta dopo la Prima Guerra Mondiale, gran parte della Piana del Sele fu destinata alla coltivazione di tabacco, dalla quale la società ottenne un consistente profitto per la crescita nazionale. 

Il più importante è forse lo stabilimento Farinia, in località Picciola di Pontecagnano Faiano (Sa). L’edificio noto per l’austera facciata del corpo centrale, dal quale svetta la torre littoria, svelandone la chiara ispirazione architettonica fascista, si sviluppa lungo Via Lago Laceno. 

La costruzione del tabacchificio risale al 1937, a cui viene incluso un villaggio con appartamenti per sedici famiglie di dipendenti, una canonica, una scuola rurale con abitazione per l’insegnante, un orfanotrofio, un refettorio, locali di ritrovo, molino e forni. Il caseggiato, realizzato secondo i caratteri del “ruralismo” fascista, fu costruito in onore di Fortunato Farinia, esponente di una delle famiglie di agrari più importanti della Provincia di Salerno. 

La fabbrica era considerata uno dei maggiori stabilimenti al mondo per l’essicazione e la lavorazione del tabacco e sicuramente il più grande d’Europa, che produceva due miliardi di sigarette l’anno e forniva il 15% dell’intera produzione di tabacco.

A partire dal 1960 le sorti della società si aggravarono con la comparsa della “peronospora tabacina”, la cosiddetta muffa blu del tabacco, un’infezione che assunse un fortissimo carattere epidemico, determinando un vero e proprio collasso della tabacchicoltura. 

Nel 1977 tutti gli stabilimenti industriali di proprietà della S.A.I.M. risultarono alienati e l’azienda fu messa in liquidazione. Oggi, quasi tutti gli edifici, giacciono in pessime condizioni, tra detriti e calcinacci. Meriterebbero maggiore attenzione per la loro storia, ma al momento restano soltanto vecchi ruderi dimenticati.

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