8 Settembre 2024

Il successo di nuove tendenze artistiche talvolta è decretato dal pubblico, dalla borghesia colta e di buon gusto. Così è accaduto nei primi anni del Novecento, all’art noveau, che ebbe rapidamente successo nelle grandi città europee in trasformazione, come Parigi, Londra, Vienna. Non furono gli accademici, i maestri di scuole rigidamente chiuse nei loro precetti a stabilire il successo di un artista, ma gli eleganti signori e le distinte signore che frequentavano i teatri, i caffè, i club; che leggevano libri e le nuove riviste illustrate. 

Così accade ad Alphonse Mucha, giovane artista moldavo che, rifiutato dalle severe accademie boeme, era approdato a Parigi in cerca di successo. E lo trovò grazie ai disegni tirati giù rapidamente per uno spettacolo teatrale, Gismonda, in cui recitava la mitica Sarah Bernhardt, la diva della Belle Èpoque eccentrica e capricciosa come poche altre, ma considerata ancora oggi una delle più grandi attrici del Novecento. 

Il manifesto approntato da Mucha per lo spettacolo Gismonda al Theatre Renaissance era una cosa completamente nuova, finanche nelle sue dimensioni. Parve un disastro per l’impresario teatrale quando lo vide. Ma a Sarah Bernhardt, l’attrice primadonna, che si vide ritratta in vesti a richiamare preziosità di antichi mosaici orientali, parve magnifico. E fu così che questa stampa litografica alta di quasi 2 metri annunciò sui muri di Parigi l’avvento della nuova grafica, della nuova arte e suscitò immediatamente la passione per la grafica floreale, per i visi di donna incorniciati da capelli rossi ma sempre avvolti tra grandi fiori bianchi o rossi. Per Mucha fu un trionfo. Da allora non ci fu ditta o impresario che non cercasse un disegno di questo artista per il suo prodotto: champagne, cioccolata o la copertina della sua rivista. Nacque così con Alphonse Mucha la passione europea per la grafica d’autore. Mucha ancora oggi non cessa di colpire con la forza comunicativa sognante dei suoi disegni. Una visita al piccolo Museo Mucha di Praga consente anche a noi di fare un salto negli anni belli e frenetici della Bella Epoque.

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