8 Settembre 2024

Oggi la cortesia, alcune volte e per taluni soggetti, viene scambiata per manierismo o formalismo o, peggio, etichettata d’antan o inopportuna, facendo conseguire un certo imbarazzo nell’elargire gesti gentili e parole affettuose.

Eppure, l’espressione più diretta dell’amore, del rispetto, della stima e di ogni disposizione d’animo verso il prossimo, risponde proprio a quei particolari comportamenti che definiamo gentilezza, affettuosità, accoglienza, condivisione.

Pensateci a quanto risulti affascinante una persona cortese che lo faccia con la spontaneità di chi sente e profonde? E, pensateci ancora, quanto si desideri essere in compagnia di queste persone?

Alcuni movimenti culturali, in effetti, pongono la gentilezza come asse portante di eventi e del menagè quotidiano, promuovendone la diffusione e sottolineandone l’impatto benefico dal punto di vista sociale, psicologico, di crescita personale e collettiva e, per conseguenza, anche sugli altri aspetti della vita di tutti i giorni.

Gesti semplici, l’ostentazione è altro. Un gesto così semplice come quello che vedeva i componenti della famiglia spostarsi dal focolare per far posto al caldo a chi arrivava infreddolito e così continuare in un giro di valzer che vedeva circolare l’amore e la condivisione come il calore dell’ambiente che, in tal modo, aumentava nutrendosi di un’energia più potente della fiamma.

Molti gesti di gentilezza nella vita di tutti i giorni vengono compiuti e condivisi, alcune volte non se ne ha contezza, eppure qualcosa rimarrà e si saprà far riconoscere. A noi la capacità di scoprirli, come a ciascuno di noi la facoltà di produrne. Gesti semplici, finanche come scriverlo.

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