Tecnologia e natura

Fino a poche generazioni fa, bambini fantasiosi giocavano per strada trasformando in divertimento ciò che li circondava. Ricordo le spighe dell’avena selvatica lanciate come freccette con l’intento di farle attaccare ai vestiti, i petali delle margherite staccati al suon di “m’ama o non m’ama” e lo smalto sulle unghie prodotto dalla tinta dei fiori di geranio.
Giochi di un tempo nostalgico, perduti con il progresso e con una tecnologia sempre più prorompente che attrae ed estranea. Così anche all’aperto sempre più bambini si relazionano meno con il contesto in cui vivono, preferendo interagire con dispositivi digitali per un divertimento surreale ed immersivo.
Eppure quegli stessi dispositivi possono essere un ponte per fargli riscoprire la natura che li circonda. Negli store digitali ci sono sempre più app che, attraverso lo scatto di una foto, identificano la specie delle piante dando informazioni utili di vario genere. Sono nate per aiutare gli adulti nelle pratiche di giardinaggio: il tipo d’annaffiatura, la posizione rispetto alla luce e persino l’individuazione di eventuali malattie con annessa spiegazione e rimedio.
Nonostante ciò, queste applicazioni si possono utilizzare come gioco interattivo. Una sorta di caccia al tesoro vegetale dove si cerca l’esemplare da esaminare, prima con la vista e la familiarità dei luoghi che si abitano, (l’aiuola vicino scuola, il fiore che cresce in una spaccatura del marciapiede sotto casa, il verde urbano al parco giochi, eccetera) e poi con il supporto tecnologico che arricchisce le informazioni.
Dall’esperienza con mia nipote ho riscontrato in lei una connessione con la natura correlata da attenzione ai dettagli, entusiasmo ed interesse. Quando percorriamo una strada già osservata, riconosce le piante e capita che mi dice: “questo è il rovo!”; “l’oleandro! meglio non toccarlo é velenoso”, ma anche “non ricordo ricontrolliamo”; o ancora “questo ramo ha una foglia diversa vediamo cos’è?”.
Un approccio contemporaneo che stimola la curiosità, aiuta a conoscere la biodiversità locale e infonde un legame, da non sottovalutare, con il mondo naturale di cui siamo parte integrante.