24 Giugno 2025
Unknown-10

Se uno specchio si rompe porta sette anni di sfortuna, che l’abbiano deciso gli antichi romani o qualche altro popolo in vena di maledizioni domestiche, poco importa. Quello che conta è che stamattina il mio specchio, già incrinato da tempo, testimone silenzioso di mille riflessi storti, ha deciso di cedere del tutto. Una frattura netta, definitiva.

Da questo lunedì, secondo la scaramanzia, parte dunque il conto alla rovescia: sette anni di guai. Un intervallo abbastanza lungo scrupolosamente monitorato da un qualche ufficio sventure, sempre pronto a timbrare con zelo ogni disgrazia in arrivo.

Tuttavia, con un occhio al passato e l’altro al calendario, c’è da dire che se il mio specchio era già mezzo rotto, forse ho solo accelerato il processo: magari la prima crepa aveva fatto partire l’orologio, e oggi l’ho solo portato al secondo livello. Oppure ho rotto qualcosa che era già rotto, quindi tecnicamente non ho rotto niente. Un gesto che si annulla da sé, a mo’ di doppia negazione di un destino che francamente chiunque eviterebbe molto volentieri. 

Un colpo solo, e il vetro si è arreso. Non con rabbia, né con clamore. Più come chi, stanco di reggere il peso delle cose, lascia andare. E a pensarci bene, forse anche la sfortuna ogni tanto si annoia. Magari oggi ha guardato la scena, ha sbuffato, e ha deciso di passare oltre, pensando che sette anni siano un investimento troppo lungo per una persona che, al lunedì mattina, parla da sola davanti a uno specchio già rotto.