Lund, 11:08 am

Nella vetrina di una caffetteria all’angolo di una stradina del centro città, si rifletteva la sagoma di una signora assorta nella lettura. Chinata sul suo libro, si perdeva tra le pagine, sottolineandone di tanto in tanto frammenti con un evidenziatore giallognolo. Accanto a lei, una tazza di caffè ancora tiepido e minuscole briciole, ultime tracce di qualche tipo di dolcetto svedese alla cannella.
Fuori, la vita scorreva indifferente, tra passi affrettati e voci smorzate, ma sul tavolo dove la donna sedeva il tempo sembrava sospeso, intrappolato nell’aroma di caffè e nel tepore di frasi sconosciute a chiunque le passasse accanto . Il suo volto dolcemente segnato dal tempo e la delicatezza con cui voltava pagina creavano un’immagine dalla bellezza sottile, senza clamore. I capelli bianchi, che facevano contrasto col rosso acceso dei dettagli del maglione di lana che indossava, sembravano incorniciare la sua figura con un’aura di quieta eleganza.
Talvolta, alzava lo sguardo, ma mai per osservare il via vai della strada. Piuttosto, sembrava rivolgere gli occhi curiosi verso un punto lontano, come in cerca di qualcosa. Forse rincorreva un pensiero, un ricordo emerso tra le righe del libro. In quei brevi intervalli, le sue dita sfioravano distrattamente il bordo del piattino, dove ancora si intravedevano tracce di zucchero e di cannella. Magari era un’abitudine, oppure un modo inconsapevole per restare ancorata al momento, come se volesse trattenere la dolcezza di quell’istante ancora un po’. Nel frattempo, intorno a lei il mondo continuava a scorrere, ignaro di quella quieta parentesi di eternità.
Forse avrebbe terminato il capitolo, forse avrebbe ordinato un altro caffè, prolungando ancora un po’ quella tregua silenziosa dalla frenesia. O forse sarebbe rimasta lì, a sfogliare le pagine della sua serena solitudine con delicatezza. Intanto, quella donna dalla tenera eleganza si era ritagliata un angolo di mondo che era suo, ed era bellissima da guardare.