20 Gennaio 2025
Unknown

Il Natale è ricco di addobbi naturali e tra i più tradizionali, per merito probabilmente della sua morfologia, vi è sicuramente l’agrifoglio. Si tratta di un arbusto sempreverde che può crescere fino a 10 m d’altezza. I suoi frutti, composti da bacche rosse, sono raccolti in gruppetti, in basso nelle piante più giovani, ovunque negli esemplari adulti. Le sue foglie, di colore verde con variegature di bianco, crema o giallo a seconda della specie, sono ondulate e non tutte appuntite. Infatti, a renderle pungenti è un meccanismo di difesa che la pianta adotta per proteggersi da eventuali danneggiamenti da parte degli animali. Per questo motivo le foglie nella parte più alta dell’arbusto, cioè quelle meno a rischio, hanno i bordi lisci.

La storia dell’agrifoglio è molto antica, difatti l’utilizzo come ornamento risale a ben prima dell’avvento del Natale cristiano. Già ai tempi dei Celti vi era l’usanza di adornare le case con questa pianta, credendo, come auspicio di buona fortuna, potesse proteggere dai demoni. In Irlanda era di uso comune servirsene per via della sua diffusa reperibilità a basso costo, cosicché pure i più poveri potevano decorare le proprie abitazioni. Anche durante i riti pagani del solstizio d’inverno gli edifici venivano agghindati con l’agrifoglio che grazie al suo contrasto cromatico, del verde con il rosso, spiccava negli spogli paesaggi invernali e per tal motivo considerato simbolo di fertilità e ripresa. Invece gli antichi romani ne indossavano i ramoscelli per allontanare gli spiriti maligni durante i riti Saturnali. 

Con l’avvento del cristianesimo l’agrifoglio venne adoperato per celebrare il sacrificio di Gesù, in quanto la forma delle foglie è similare alla sua corona di spine, mentre le bacche rosse al suo sangue versato. Da allora viene utilizzato come decorazione natalizia per addobbare le case, imbandire le tavole, per confezionare regali e per tanti altri usi creativi che donano un pizzico in più di magia alle festività di Natale. 

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