Lund, 4:02 pm

Conoscere qualcuno mentre si è intenti a navigare la vita, o meglio, quello che si spera diventi il proprio spazio al suo interno, è una cosa comune. Scoprirsi affini entro la disordinata geografia di chi sta cercando il suo posto nel mondo, invece, è più raro.
Tuttavia, quando succede, vale a dire, quando ci si sceglie e ne se prende consapevolezza, quel senso di smarrimento che accompagna la prima età adulta, quella strana fase della vita in cui ci si aspetta che si prendano decisioni dal carattere definitivo, si affievolisce. Come se il peso di quel disorientamento si alleggerisse, condividendolo con chi, con naturalezza, ha un modo di declinare la realtà simile al proprio, pur attraversandola da angoli diversi.
Che sia una questione di sensibilità o di energia complementare, è come se ci si liberasse a vicenda dalle ansia dell’inadeguatezza in virtù di una complicità semplice e genuina, mettendo in comune l’esperienza che si è racimolata qua e là, così come si fa con i pochi ingredienti che si ha in dispensa quando restano amici a cena senza preavviso.
Succede dunque che, quando entra in gioco questo scambio di risorse dal profondo spirito collaborativo, tutte le scelte che, per qualche legge non scritta, pare siano determinanti nel tracciare il corso del proprio futuro, si infondono di un rinnovato entusiasmo, permettendo talvolta di sorridere del proprio malestro senso d’orientamento.
E così la fretta di doversi collocare in un punto preciso nella complessa geografia del mondo si attenua, facendo spazio ad una sincera gratitudine per poter compartecipare alla vita degli altri mentre si cerca di dare una direzione alla propria. È una forma di amicizia che avvolge e nutre la vitalità solo degli animi giovani.