13 Febbraio 2025

La Madonna di Costantinopoli che non passa il ponte di Felitto

Il giorno della festa e la sera della vigilia la statua della Madonna di Costantinopoli parte dalla Chiesetta situata fuori paese sul monte Chianiello per recarsi in processione fin quasi al ponte sul Calore, in direzione del borgo.

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Le festività legate ai culti sacri nei piccoli Comuni hanno ancora una valenza sociale molto importante in quanto richiamano fedeli ma soprattutto familiari ed affezionati a quelle che rappresentano momenti di collegamento con il passato e le proprie radici.

Le cerimonie e le ritualità sacre sono intrise di narrazioni ed elementi della tradizione tramandate di generazione in generazione. Ogni festività ha una propria storia che si perde nella notte dei tempi e legata ad avvenimenti raccontati con linguaggio e ritualità che si pongono fra sacro e profano.

La festività della Madonna di Costantinopoli nel Borgo di Felitto è ancora molto viva nella comunità del paese e in quelle dei paesi vicini. Il piccolo tempietto dedicato alla Madonna di Costantinopoli è uno dei santuari Mariani d’Italia dove arrivano i fedeli in tradizionale pellegrinaggio.

Le donne portano in equilibrio sulla testa le cente (o barche) addobbate con ceri, fiori di carta crespa e nastri multicolori; la barca più preziosa adorna di ex-voto aurei tradizionalmente è portata da una ragazza in abito da sposa, ruolo molto ambito dalle giovani felittesi, perché lo si ritiene di buon auspicio per la futura vita coniugale.

Il giorno della festa e la sera della vigilia la statua della Madonna di Costantinopoli parte dalla Chiesetta situata fuori paese sul monte Chianiello per recarsi in processione fin quasi al ponte sul Calore, in direzione del borgo; la tradizione impone che la statua non debba superare il ponte, pena catastrofici eventi.

Ma poco si pensa a tale evenienza in quanto la Comunità non sfida la sorte e, arrivata la processione davanti al ponte, torna indietro e la festa continua fra canti liturgici, gli attesi fuochi d’artificio, le bancarelle con il torrone artigianale e le famiglie che oggi come ieri raccontano ai bimbi che la Madonna il ponte non può attraversarlo.

L’Italia della cultura immateriale è ovunque intorno a noi ma soprattutto in ciascuno di noi, nei racconti delle nonne e in quelle ritualità tramandate di generazione in generazione che inconsapevolmente chiamiamo “abitudini di famiglia”.

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