13 Febbraio 2025

Dal fango la purezza

La fioritura è uno spettacolo sbalorditivo: il fiore emerge dall’acqua con le prime luci del mattino e poi si richiude su se stesso inabissandosi all’imbrunire.

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Dalle acque fangose e stagnate si eregge la Nymphaea Caerulea, un meraviglioso fiore, lindo e profumato, il cui nome comune è Loto Blu. È una pianta acquatica, dalle grandi foglie piatte e galleggianti, e dai fiori blu solitari, al cui interno dei petali sono presenti gli stami di colore giallo intenso dalle punte blu.

La fioritura è uno spettacolo sbalorditivo: il fiore emerge dall’acqua con le prime luci del mattino e poi si richiude su se stesso inabissandosi all’imbrunire. Inoltre la composizione dei suoi petali, che lo fa assomigliare ad una stella, gli permette di far assorbire la luce solare con maggior intensità.

Data la sua qualità di riuscire a fiorire da un ambiente sudicio rimanendo candido, è ritenuto simbolo di purezza fin dall’Antico Egitto. Originario dell’Africa, cresceva lungo le sponde del Nilo e, per gli Egizi, era considerato sacro sia per i colori, simboleggianti il sole e il cielo, e sia per la connessione della sua fioritura con la luce solare. Infatti, secondo la leggenda il Loto Blu, si innalzò dall’abisso tenebroso delle acque primordiali e aprendo i suoi petali mostrò, seduto nel suo cuore d’oro, il Dio Sole che bandi l’oscurità universale creando la vita. Dunque, nell’antico popolo, questa pianta ricopriva un ruolo rilevante a livello spirituale e culturale, e di frequente veniva rappresentata nell’arte, o utilizzata nei riti religiosi. Veniva assunta anche a scopo ricreativo per i suoi effetti afrodisiaci e psicoattivi. Ancor oggi, anche se non ci sono studi scientifici approfonditi, è considerata uno stupefacente dagli effetti rilassanti ed euforici, e per questo, in alcuni paesi come Russia e Stati Uniti, ne è vietato l’uso alimentare.

Il loto blu, nonostante il nome, appartenente al genere Ninfea, e non deve essere confuso con i fiori di loto, i quali appartengono al genere Nelumbo. Entrambi sono molto simili e difficilmente distinguibili, se non per alcune piccole differenze nella morfologia e nei miti.

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